I nostri fondatori
Madre Francesca Casci
Elisabetta Casci nacque il 28 dicembre 1859 da Giuseppe e Maddalena Rossi a Casalino (Pratovecchio Stia – AR), piccolo villaggio nel cuore dell’Alto Casentino. Ricevette il battesimo nella vicina chiesa di Lonnano perché la parrocchia di Casalino era priva all’epoca del fonte battesimale. Il nome che le venne dato avrà un significato particolare, poiché la Congregazione che da lei nascerà porterà il titolo di Suore di Santa Elisabetta, in onore della regina d’Ungheria che amò e servì Cristo nei poveri. Dalla mamma imparò la recita delle orazioni e il gusto della preghiera, che mantenne costante durante tutto il corso della vita. La sua infanzia trascorse serena, ma il 29 dicembre 1865 all’improvvisò la sua giovane mamma morì, così Elisabetta venne affidata ad una zia paterna, che risiedeva in paese. Venne accolta da quest’ultima come una figlia ed ebbe l’opportunità di imparare a leggere e a scrivere, insieme all’arte del cucito, ma la perdita della mamma e l’uscita dalla famiglia la renderanno sensibile, pellegrina nell’anima ed incline ad aiutare chiunque fosse in stato di bisogno.
Note carismatiche che ritroveremo più tardi nella sua Famiglia Religiosa, insieme alla francescana contemplazione del Cristo crocifisso.
Quando tra mille difficoltà il 26 maggio 1888 sorse sul poggio di Casalino la piccola Famiglia Religiosa delle Francescane di S. Elisabetta, il cammino di suor Francesca sembrò divenire piano, ma dopo pochi anni si aggiunsero ulteriori ostacoli.
Così ella scelse di ritirarsi nel Monastero delle Francescane di Citerna (PG), dove ancora aleggiava il sogno “contemplativo” della sua giovinezza che l’aveva vista ospite tra quelle mura per pochi anni.
Vi trascorse un quarto di secolo in umiltà e preghiera accogliendo tutti nel suo cuore materno, dove in un angolo privilegiato palpitava il suo amato “Ritiro” – come si chiamò all’inizio l’Istituto – per il quale offrì la sua vita divenendo come l’evangelico chicco di grano che muore per dare la vita. Morì nel Monastero di Citerna (PG) il 4 gennaio 1927. Dal 18 novembre 1948 le sue spoglie riposano a Casalino, nella Cappella di Casa Madre.
(per chi vuole saperne di più cfr. Maria Lucia Paccini, Francesca Casci e il suo Istituto” Ed. Paoline,1988)
Don Giuseppe Marchi
Il parroco di Casalino don Giuseppe Marchi, che avrà un ruolo di primo piano nella fondazione dell’Istituto, proveniva da Vertelli, piccola frazione rurale di Strada in Casentino (AR) dove era nato il 20 settembre 1843.
Apparteneva ad una famiglia di proprietari terrieri ed era il primogenito di una numerosa schiera.
Dopo la scuola elementare entrò nel Seminario Minore di Strada in Casentino, appartenente alla diocesi di Fiesole, e venne ordinato sacerdote il 22 dicembre 1866 nella Cappella arcivescovile della Curia di Firenze.
Dopo un periodo di servizio come cappellano presso la Pieve di Romena di dantesca memoria, fu nominato Vicario Spirituale di Casalino, dove si recò il 29 novembre 1868 e dove rimase per ben 33 anni.
Sacerdote incline alla preghiera e di intensa vita interiore, dette impulso e rinnovamento spirituale ed apostolico alla Comunità parrocchiale e si prodigò soprattutto nella formazione umano-cristiana della gioventù.
Le sue inesauribili risorse apostoliche, che sgorgavano mirabilmente da un animo contemplativo, si indirizzarono in modo prioritario nell’istituire una Scuola di paese per togliere i giovani dalla piaga dell’analfabetismo.
La sua vita sacerdotale che si può condensare nel motto da lui scelto “credere sperare patire”, fu costellata da difficoltà ed ostacoli, che superò grazie alla fede adamantina e alla forza del temperamento volitivo e deciso.
Concluse la sua esistenza il 6 giugno 1909 come monaco camaldolese all’Eremo di Camaldoli (AR), assecondando l’anelito contemplativo che l’aveva accompagnato lungo tutto il suo percorso terreno.
(per saperne di più cfr. Maria Lucia Paccini, Don Giuseppe Marchi – un parroco, monaco e fondatore – Cianferoni – Stia 2014)